La certificazione ISO 50001: grande novità energetica
La norma è molto utile per tutte quelle organizzazioni in cui l’energia ricopre un ruolo non marginale in termini di costi o in termini di business aziendale ed è in linea con le certificazioni richieste per ottenere i finanziamenti del Pnrr
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Ritengo che la certificazione ISO 50001 sia molto utile per tutte quelle organizzazioni in cui l’energia ricopre un ruolo non marginale in termini di costi oin termini di business aziendale. Questi due driver permettono di migliorare la performance energetica del nostro paese, riducendo i costi a fronte di un aumento del business, contribuendo così agli obiettivi dell’ Agenda 2030 soprattutto al punto 7, ossia quello di garantire l’accesso all’energia a prezzo accessibile, affidabile, sostenibile e moderna per tutti. Normalmente si arriva a decidere di implementare questa norma per richieste riguardanti principalmente la partecipazione a gare di appalti, ma la sua utilità va ben oltre.
La Kuhn affronta questa norma integrandola fin da subito agli altri sistemi di gestione presenti in azienda, al fine di ridurre l’impatto per i responsabili dei sistemi di gestione. Questo impone ai responsabili della Kuhn in questo ambito, come me e l’architetto Francesca Di Giovanni, che mi affianca, un impegno importante che si consolida attraverso lo studio e l’analisi del Sistema di gestione del Cliente. Tale impegno è però ripagato dal fatto che attraverso l’analisi del sistema di gestione dell’azienda questo ci permette di entrare nel merito della questione dei requisiti previsti per l’ottenimento della certificazione e poter individuare con chiarezza quale processo e quali processi possono ottenere un vero miglioramento energetico in termini di risparmio e di performance per le aziende che lo richiedono. La ISO 50001 è diventata una norma applicabile in tutti i contesti e realtà aziendali, dall’infinitesimamente piccole, consapevole e virtuoso dell’energia con un “must”: il miglioramento costante della performance energetica dell’organizzazione che decide di adottarla.
Questa norma, oltre a contenere tutta quella parte di buone prassi che portano in dote i sistemi ISO ha il grande vantaggio – vista tramite la modifica di un processo produttivo. Normalmente le organizzazioni che decidono di implementare la 50001 sono EScO (Energy Service Company) o attività industriali di varia grandezza e natura. La norma parte dallo studio energetico dell’intera organizzazione per poi focalizzarsi su quello che definisce SEU (Significant Energy Use) la cui definizione è molto interessante e che riporto integralmente: «Utilizzo che abbia un carattere di significatività per l’organizzazione o che offra un grande potenzialità di miglioramento». Quindi, l’organizzazione potrà mettere sotto controllo quello che ritiene più significativo.
Oltre all’Agenda 2030 è utile citare anche il Pnrr che, al fine di ricevere i finanziamenti che questo rilascia, prevede si sia in linea con il principio che ciascun intervento non deve provocare danni a tutto ciò che ci circonda come ad esempio l’ambiente. Ecco che il possesso della certificazione ISO 50001 per un’azienda significa dimostrare di rispettare tale principio etico che è stato nominato «Do not significant harm», il cosiddetto principio DNSH fondamentale per accedere ai finanziamenti del RRF, ovvero il piano di residenza e resilienza previsto dalla UE e dalla stessa Agenda. In conclusione, viva la norma ISO 50001! Infatti, oltre il 60 per cento delle organizzazioni che hanno implementato la norma hanno valutato i risparmi energetici in linea con le aspettative o sono andati addirittura più avanti.
di Alessandro Santagati Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma – Esperto in Gestione dell’Energia – Responsabile Settore Energy di Kuhn srl